Quello tra la Sansebasket e MEDeA è un rapporto che prosegue ormai da molti anni: la società biancoverde, infatti, è testimonial ufficiale di MEDeA dal 2007.
Abbiamo dunque scambiato due chiacchiere con la dottoressa Federica Negri, segretario di MEDeA Onlus ed amica storica della nostra società.
Per prima cosa siamo andati alla radice di questo binomio «che pone le sue fondamenta nella figura del ‘giovane’ - racconta la dottoressa Negri - il quale sembra certamente il più lontano dal vivere l’esperienza della malattia, ma che, spesso, da essa viene comunque coinvolto».
La sfida di MEDeA, portata avanti anche al sostegno di Sansebasket è dunque quella di «spostare il contatto con il mondo della sofferenza dall’ambito familiare a quello associativo: così si può superare la paura del dolore e farsi carico dei bisogno dell’altro».
MEDeA, associazione nata a Cremona nel 2003 con lo scopo di sostenere ed accompagnare i malati oncologici e le loro famiglie, ha «fin da subito cercato di coinvolgere i giovani nell’associazione - spiega la dottoressa Negri - ed in questo il legame con Sansebasket ci ha sicuramente aiutato. E’ sempre un momento strabiliante quello della visita, da parte dei giocatori biancoverdi, agli ambienti del nostro day hospital oncologico: vedere dei ragazzi sani, degli atleti, in corridoi solitamente percorsi da persone che soffrono è davvero particolare e commovente».
Il rapporto tra Sansebasket e MEDeA, però, non si limita a questo. Tanto che, anche nei mesi difficili della pandemia, non si è interrotto. «Permettetemi di dire - racconta il segretario di MEDeA - che per noi è stato un periodo molto difficile. Il nostro ambito principale di servizio, quello ospedaliero, è stato giocoforza sospeso. Avevamo anche un nutrito gruppo di nuovi volontari pronti a mettersi in gioco, ma l’emergenza sanitaria ha costretto tutti a fermarsi. Bisogna inoltre aggiungere che anche i nostri autisti, abituati ad accompagnare in ospedale i pazienti, sono ai box. Infine, anche le attività di Casa MEDeA, dapprima sospese, sono ripartite solo in forma virtuale, con la ginnastica leggera ed il rilassamento yoga che possono essere seguiti, da casa, dai nostri pazienti».
C’è però anche un aspetto positivo che si può trarre, secondo la dottoressa Negri: «La lontananza fisica dall’ospedale, e dalle persone, ci ha portati a sperimentare nuovi metodi per comunicare. Abbiamo promosso l’uso di piattaforme virtuali ed attivato un servizio di disponibilità telefonica. Inoltre abbiamo toccato con mano, ancora una volta, il sostegno di chi ci vuole bene. Da parte nostra è stato apprezzatissimo il SanseDay virtuale, a cui abbiamo partecipato con gioia ed entusiasmo. Molto significativa è stata anche la raccolta fondi promossa da Sansebasket a favore dell’ospedale - a cui molti dei nostri soci hanno aderito volentieri - e a sostegno delle nostre attività di terapia domiciliare. In questo le nostre associazioni, MEDeA e Sanse, hanno dato prova di grandi capacità di collaborazione ed aiuto reciproco, il che è davvero speciale».
A questo punto non può mancare uno sguardo al futuro. «Alla Sansebasket non posso che augurare un inizio di campionato - per quando avverrà - ricco di soddisfazioni. Da parte nostra continueremo sulla strada tracciata: assistenza domiciliare, in modo da evitare ai pazienti contatti potenzialmente pericolosi, e sostegno a chi soffre. Ci auguriamo di poter proseguire, anche in futuro, questo percorso di reciproca conoscenza e collaborazione, in modo da recuperare il discorso sui giovani fatto in precedenza».
Quella tra Sanse e MEDeA, dunque, è realmente una partita che non sembra avere fine. Per fortuna, possiamo dire. E il segreto del successo è proprio la comunanza delle finalità: porre al centro la persona, con i suoi desideri e le sue fatiche.